martedì 24 marzo 2020

ARCIBALDO

Dopo averci pensato tutta la notte, il signor Gian Piero era arrivato alla ragionevole conclusione che: "Ogni inquilino avrebbe dovuto usufruire equamente del privilegio del signor Corrado, il quale, avrebbe generosamente condiviso, con le buone o con le cattive, Arcibaldo. Se il signor Corrado non avesse accettato con le buone, lui, in quanto membro anziano, avrebbe deciso d’imperio, appellandosi alla clausola 12-C." Questo avrebbe detto all'assemblea.
Si era preso la briga di risolvere la faccenda, perché era esasperato dalle continue lamentele, recriminazioni e minacce. Da tempo, infatti, nel palazzo serpeggiava un certo malcontento, uno strisciante rancore nei confronti di quell’inquilino privilegiato, l’unico che aveva ancora l'autorizzazione ad uscire. Accettare era un dovere civile, si trattava di salvaguardare l’integrità psichica dell'intero condominio.
Il signor Corrado era un vecchio pensionato delle poste, vedovo e senza figli, che divideva il suo piccolo appartamento con Arcibaldo, il motivo del contendere. Cosa aveva mosso quell’eterogenea porzione di umanità a provare sentimenti negativi per quel povero vecchio?
L’obbligo a stare a casa, ecco cos'era stato. La quarantena al Covid-19. Quello che all’inizio sembrava un momento di pausa, un'occasione, un'opportunità, si era trasformato in un incubo. Nessuno di loro aveva considerato lo stress dell’affollamento da tinello, la sovrabbondante quantità di tempo da passare con i familiari. Dopo due giorni, erano iniziate a manifestarsi le prime crisi. La signora Tamburino, per esempio, la notte sognava il treno dei pendolari delle 6.30 e si svegliava con una malinconia post vacanza. Arturo, dopo qualche titubanza, aveva accettato l’invito ad un’apericena on line, nella chat dell’ufficio. Insomma, non era facile per nessuno. Dopo una settimana di restrizioni sentivano di dover fare qualcosa.
Impugnata la clausola, il signor Gian Piero aveva fatto presente che:  "il tempo delle chiacchere era finito. Chi aveva il vantaggio doveva metterlo a disposizione." Avevano votato tutti a favore, anche la signora Repetto che, in quanto disabile, non avrebbe usufruito del servizio, ma partecipato comunque alla ripartizione, donando la sua parte ad un condomino a scelta.

Così si era deciso e, così doveva essere.
Il signor Corrado, non era convinto. In fondo cosa ci avrebbe guadagnato?

No. Mise in chiaro che no, non potevano costringerlo, si arrangiassero in un altro modo. Chiuse il computer e si barricò in casa.
La decisione d’imperio non aveva funzionato. Per lui era una questione di benefici. Doveva guadagnarci qualcosa.

Cosa fare? Buttare giù la porta? Un agguato? No, non era civile. Dovevano convincerlo con altri mezzi. L'assemblea si era riunita in video conferenza per l’ultima volta. Dopo una serie di proposte a dir poco sanguinarie, prevalse il buon senso.
Arturo quello del terzo piano, aveva avanzato l’ipotesi del baratto, antico, ma buon metodo di scambio. Convenirono che non sarebbe stata una cattiva idea. Si dispose che ogni condomino avrebbe messo a disposizione le proprie eccedenze materiali e spirituali. Lo scambio doveva essere equo. Ognuno avrebbe pensato al bene eccedente, da condividere con il signor Corrado, e riferito all'assemblea.
La signora Repetto si era offerta di cedere un’ora della Giovanna, la sua domestica a ore. Arturo avrebbe contribuito con due bottiglie di Nero d’Avola riserva Lorlando e, se l’emergenza fosse andata avanti per altre settimane, si sarebbe staccato dalla sua riserva di Super Baladin da 75 cl. Ogni condomino si era ingegnato proponendo i baratti più fantasiosi: un concerto del gruppo post punk “Dolores” dei figli della Tamburino, l’insegnante di matematica del secondo piano. Giacomo 14 anni, chitarra e voce, Alessandro 15, sezione ritmica. Una fornitura per (tempo da definire) di pizzette assortite della Mariella, seguace della panificazione creativa di Gabriele Bonci. Insomma, la fantasia non mancava.
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La giornata era stata suddivisa secondo le abitudini di ognuno.
Il primo ad uscire era stato Alessandro Tamburino, 15 anni, secondo anno del Liceo Scientifico “F. Enriques”, al guinzaglio Arcibaldo, detto Baldo, un Fox Terrier pezzato a pelo liscio, 3 anni, 8 kg ben distribuiti in un corpo compatto e muscoloso. Un cane di piccola taglia, considerato al pari di un atleta per prestazioni e resistenza, un buon cane da compagnia ma non adatto alla vita sedentaria, il compagno ideale per tutto il condominio.
Muniti di Autodichiarazione artt.46 E 47 del D.P.R. 28 Dicembre 2000, n.445 del Ministero dell’Interno, Alessandro e Arcibaldo avevano attraversato il portone come una coppia di corazzieri alla sfilata del 2 giugno.
Baldo aveva trotterellato e annusato dove prima di lui erano passati altri cani, aveva alzato elegantemente la zampa posteriore, nel gesto dell’orinazione - che la sua specie da sempre utilizzava per svuotare la vescica e marcare il territorio - e contribuito con uno schizzetto.
Gli piaceva questo Alessandro, aveva un passo deciso e frizzante. – Non andiamo in piazza Mazzini? - Aveva detto, utilizzando il linguaggio antico della sua specie: il movimento della coda.
No, non avrebbero fatto il percorso del signor Corrado, che di solito sedeva a leggere il giornale mentre lui scorrazzava avanti e indietro con la pallina da tennis. In Piazza Mazzini, a volte incontravano Milù, il barboncino nano color miele della signora Baroncini. Effettivamente, era qualche giorno che non lo vedeva. Probabilmente la signora Baroncini aveva modificato l’orario delle sue uscite. Comunque no, non sarebbero andati in Piazza Mazzini. Avevano svoltato in Via Michon, direzione il Fosso Reale.
Chissà dove andiamo? - aveva scodinzolato con un colpetto secco, dubitativo. - Wow! Piazza Cavour. Corrado, sui fossi non mi ci ha portato, mai!

Il secondo turno era toccato a Mariella, la pittrice del quarto piano appassionata di cucina. Anche lei aveva scelto un’altra strada. – Non abbiamo mai viaggiato così tanto, io e Corrado! – Aveva pensato, annusando un rivolo di urina sul marciapiede - E' una cuccagna!
Arrivati in Piazza della Vittoria, aveva visto Milù, il barboncino color miele, che saltellava su e giù sul sagrato della chiesa, al guinzaglio di una bimbetta, che lui non aveva mai visto. - Anche Milù è in vacanza? - Aveva pensato, annusando le ruote dei motorini parcheggiati sugli stalli.
Alle 16 era stato il turno di Arturo. Nato all’Elba, per lui il mare era come l’ossigeno. Obiettivo Viale Italia, fino alla terrazza Mascagni. Sentiva nell’aria la presenza prepotente del mare, con il suo odore pungente di salsedine, alghe marce e gasolio e, infine, sulla lingua le particelle di salsedine aerosolizzata dal vento. Tutt’intorno un avvolgente orizzonte fatto di azzurro che lentamente si faceva blu intenso. Aveva giocato a rincorri la palla. Lo iodio lo aveva inebriato.
Per Arcibaldo era stata una giornata intensissima, come non ne aveva avute mai. Era rientrato dall’ultima uscita praticamente disidratato. Alle 17,30 l’alzatina della zampa si era trasformata in un gesto meramente simbolico. Corrado come premio gli aveva preparato una ciotola di pappa speciale. Sfinito, si era accasciato nella cuccia e, subito addormentato. Quella notte aveva sognato le strade puzzolenti di Livorno, l'odore del mare, i fossi, le via sconosciute e la statua di Cavour, stagliata contro il cielo.
Non aveva mai fatto una vacanza così bella.
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Senza titolo, 2020 - Foto©Anna Ratajczyk


Si era conclusa, così, la prima di una lunga serie di giornate del piccolo Arcibaldo, Fox Terrier a pelo corto.
Il fato gli aveva concesso l’opportunità di vivere nuove avventure, annusare le infinite puzze che la città di Livorno gli metteva sotto il naso, scoprire nuove strade e piazze. In cuor suo, sperava non finisse mai. C'erano tante aiuole, fossi e tante piazze nel mondo, voleva visitarle tutte. Ora che lo sapeva, non si sarebbe più fermato.

Anna Rita Chiocca








1 commento:

  1. Se fantastica, ha la capacità di coinvolgere il lettore nei tuoi viaggi immaginari;così come in altri racconti ti ho accompagnato per strade, vicoli, angoli, grandi e piccoli universi di quotidianità.

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